La psicoterapia si orienta sempre all’incremento del benessere della persona così da permetterne il naturale sviluppo creativo costruttivo, e alleviarne le inabilità. Per psicoterapia si intende una pratica terapeutica messa in opera da uno psicoterapeuta specializzato, laureato in psicologia o medicina prima di aver iniziato la formazione come psicoterapeuta. La psicoterapia ha la funzione di curare disturbi di origine psicologica di differente entità e natura: dal lieve disagio, a psicopatologie gravi inserite in una della tre grandi strutture di personalità: nevrotica, borderline e psicotica. Il alcuni casi i disturbi dell’adattamento possono essere lievi, risolvibili in poco tempo, in situazioni gravi la sintomatologia può risultare più complessa e necessitare attenzione ancora maggiore.

La cura dell’anima – la psicoterapia – si avvale di strumenti di ordine psicologico: il colloquio, l’analisi, la chiarificazione, la confrontazione, l’interpretazione così da permettere lo sviluppo di una maggiore consapevolezza e favorire il cambiamento di quei fattori origine della sofferenza del paziente (sia esso un bambino, un adulto, una coppia o un gruppo). Lo scopo, prima della modifica del malessere, è l’analisi e la modifica di quei processi psicologici da cui il malessere dipende: da qui una possibile ricaduta sulla psiche, sugli stili di vita prima inadeguati e sulla sintomatologia spesso variegata come disturbi d’ansia, depressione, disturbi di personalità, fobie, stati di crisi, di dipendenza, difficoltà relazionali.

La pratica della psicoterapia in Italia è riservata a psicologi iscritti all’ordine degli psicologi che abbiano conseguito, dopo la laurea, un percorso formativo in scuole di specializzazione private o universitarie riconosciute dal MIUR

La formazione necessaria per diventare psicoterapeuta segue un iter dilunga durata: dopo la laurea quinquennale in psicologia è necessario svolgere un anno di tirocinio post lauream della durata di un anno prima di poter conseguire l’esame di stato necessario all’iscrizione dell’albo nazionale degli psicologi e all’esercizioni della professione di psicologo. Il titolo di psicologo tuttavia non permette l’esercizio della psicoterapia: sarà necessaria un’ulteriore formazione quadriennale presso una scuola di psicoterapia, quattro anni di tirocinio, e, in molti casi, come nel caso degli psicoterapeuti della SIPP e della SPI, un training che contempla analisi personale a tre o quattro sedute settimanali e un elevato numero di ore di supervisione con psicoanalisti con funzioni di training. A questo, presso la Socità Psicoanalitica Italiana, si aggiungono strumenti quali il gruppo di formazione, la baby observation della durata di un anno.

Lo psicoterapeuta che abbia conseguito una formazione in psicoterapia psicoanalitica o ad orientamento psicodinamico, considera di grande importanza, da una parte, il conflitto inconscio – senza allo stesso tempo trascurare i pensieri consapevoli – che risulta determinante nello sviluppo della sintomatologia del paziente dall’altra l’ambito delle fragilità strutturali sull’asse del deficit di accudimento, di cura, di maternage che contribuisce all’indebolimento durante lo sviluppo dell’intera struttura della personalità: la tematica è quella della patologia maggiormente determinata dal deficit o dal conflitto.

Il sintomo spesso rappresenta una formazione di compromesso: l’espressione del conflitto è coseguente alla necessità, da parte dell’individuo, di fare fronte ad avvenimenti che non sa gestire (attraverso rimozione, formazioni reattive, scissioe , dissociazione, sviluppo di sintomatologie ossessive) e che diventano, nonostante il grande disagio e sofferenza che provocano, maggiormente gestibili dalla vita psichica.

La relazione tra terapeuta e paziente favorita da un orientamnto psicoanalitico favorisce l’esplorazione della storia individuale, della personalità e della struttura dei conflitti responsabili dalla formazione della sintomatologia. Lo psicoterapeuta favorisce l’esplorazione e la rielaborazione dei conflitti interni, un incremento della consapevolezza circa i processi individuali così da permettere una diversa e migliore gestione dei sintomi, un incremento dell’adattamento e delle relazioni interpersonali. La psicoterapia psicoanalitica necessita in genere di tempi adeguati perchè possa svilupparsi in un senso favorevole (2-5 anni) e portare ad una trasformazione profonda dei disturbi e della personalità del paziente. Durante la psicoterapia gli incontri avvengono in modo regolare, in genere una o due volte a settimana con un setting vis à vis o l’uso del lettino in alcune circostanze ritenute opportune dallo psicoterapeuta. La frequenza degli incontri in una psicoanalisi può risultare anche maggiore e giungere fino a cinque incontri settimanali, più frequentemente è limitata a tre incontri settimanali.

Da un punto di vista tecnico, il trattamento consiste nell’attivare una psicoterapia psiconalitica in una cornice (setting) rigorosa così da favorire lo sviluppo dell’attualizzazione delle relazioni passate nella relazione presente e degli schemi relazionali pregressi nel qui ed ora della relazione clinica che viene a stabilirsi tra paziente e terapeuta: la relazione con gli oggetti del passato (figure parentali, o sostitutive del care giver, può così riprendere vita come anche l’emergere degli oggetti interiorizzati altrimenti invisibili: il famoso transfert; la relazione transferale, e controtrasferale assieme all’interpretazione dei lapsus, degli atti mancati e dei sogni risulta base fondante della psicoanalisi e della psicoterapia psicoanalitica. Senza approfondire in questa sede il tema , dobbiamo considerare come, accanto al transfert del paziente, vada anche considerato il controtransfert del terapeuta, i vissuti emotivi, le reazioni emergenti del terapeuta nella relazione con il paziente che, in uno psicoterapeuta opportunamente formato, diventa strumento di esplorazione, conoscenza e cura.

La cura psicoanalitica (talking cure) guarda alle manifestazioni cliniche, ai disturbi psicologici, come tentativi di compromesso che il soggetto mette inconsapevolmente in atto per dare sollievo alla propria , o altrui (si pensi alle famiglie patologiche) sofferenza psichica.